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Baby sitter

Cita da Fagiolino su Novembre 13, 2023, 9:33 pm

Quindi non ti fidi di Gianfranco D'Adda & Impalà? Che è un transistor è scritto nel libro che ho riportato.

Beh che quella sigla corrisponda a un transistor nel 2023 non ci sono dubbi.

Il libro non l'ho letto nella sua interezza, ma dai passaggi che ho letto non mi sembra per nulla affidabile, visto che scopiazza un po' dovunque e inventa di sana pianta citazioni che attribuisce a Battiato (vedi post in questo topic).

Non capisco cosa c'entri Gianfranco D'Adda con questo collegamento al transistor.

Ed è in certi sguardi che si intravede l'infinito...

Come racconta Battiato qui, spaccare la croce sul palco simboleggiava la rottura delle catene col peccato e la redenzione, quindi non capisco bene cosa ci possa azzeccare la sigla di un transistor a caso. Propendo più per qualche sigla con significato esoterico-religioso.

Ed è in certi sguardi che si intravede l'infinito...
Cita da Kaiwanna su Novembre 14, 2023, 12:01 am

Come racconta Battiato qui, spaccare la croce sul palco simboleggiava la rottura delle catene col peccato e la redenzione, quindi non capisco bene cosa ci possa azzeccare la sigla di un transistor a caso. Propendo più per qualche sigla con significato esoterico-religioso.

Non che faccia differenza o che sia una questione di rilievo, ma credo che quella sigla stampata sia frutto di situazionismo, non di esoterismo.

E che esporre in una croce la sigla di un transistor, componente simbolico dell'innovazione portata dal VCS3, fosse perfettamente in linea con lo spirito di quegli anni di Fetus/Pollution (che non era indirizzato dal solo Battiato) 

[ ... E’ Debord che con il saggio La società dello spettacolo più di altri rappresenta il pensiero che si sta dilaniando nella società post-guerra che questo movimento cerca di contrastare: 

Una società basata sull’immagine che crea una mistificazione della realtà volta a giustificare rapporti sociali diversificati.

Il saggio nella prima parte ricalca l’incipit de Il capitale di Marx: «Tutta la vita delle società nelle quali predominano le condizioni moderne di produzione si presenta come un’immensa accumulazione di spettacoli»

Lo spettacolo non è inteso come un insieme di immagini ma un rapporto sociale tra le persone mediato dalle immagini; è così che lo spettacolo diventa sia il mezzo sia il fine per un inversione della realtà.

La spettacolarizzazione, intesa da Debord, prende il posto, in una certo senso, della religione.

Mentre la religione si impone, nel pensiero debordiano, come fonte di divieti per l’essere umano, lo spettacolo fa vedere quello che un essere umano può fare, ma scrive Debord: «il permesso si oppone assolutamente al possibile»

Il pensiero di Debord va a constatare la riduzione dell’uomo a merce, una merce di nessun valore in una società dove a contare non sono più i desideri e le aspirazioni dell’uomo, e cioè ciò che fa di un uomo un uomo, ma le ragioni e il valore degli scambi di merci fra società produttrici di cose.]

da: http://www.situazionismo.it/situazionismo/

Da un certo punto di vista è la stessa idea di rompere le catene, ma non col peccato (nell'ottica di quegli anni sarebbe stata una cosa assolutamente insensata) ma con la "mistificazione" dello spettacolo che ha preso il posto della religione. 

Cita da Fagiolino su Novembre 14, 2023, 10:14 am

Non che faccia differenza o che sia una questione di rilievo, ma credo che quella sigla stampata sia frutto di situazionismo, non di esoterismo.

E che esporre in una croce la sigla di un transistor, componente simbolico dell'innovazione portata dal VCS3, fosse perfettamente in linea con lo spirito di quegli anni di Fetus/Pollution (che non era indirizzato dal solo Battiato) 

[...]

Da un certo punto di vista è la stessa idea di rompere le catene, ma non col peccato (nell'ottica di quegli anni sarebbe stata una cosa assolutamente insensata) ma con la "mistificazione" dello spettacolo che ha preso il posto della religione.

Ricorda però che la "mente" del Pollution Happening erano Sassi & Albergoni. Non sono esperto del loro pensiero, ma da quel che ho letto non mi sembra fossero interessati a fare un discorso di meta-spettacolo, ma che ci credessero veramente in tutto quello che facevano fare a Battiato. E soprattutto non penso si interessassero ai lati tecnici della musica di Battiato... e in realtà neanche lui, visto che non mi risultano altre situazioni in cui avrebbe fatto riferimenti tecnici così precisi.

Al contrario la rottura dei legami con il "perbenismo" cattolico, seppure non una cosa che associamo facilmente a Battiato, mi sembra un tipo di protesta piuttosto comune nei movimenti giovanili di fine anni '60 e degli anni '70 (ma anche qui non sono esperto). E questa lettura ce la racconta la viva voce di Battiato... non capisco cosa non ti convince. Pensi sia una sua rivalutazione a posteriori?

Ed è in certi sguardi che si intravede l'infinito...
Cita da Kaiwanna su Novembre 14, 2023, 10:31 am
Cita da Fagiolino su Novembre 14, 2023, 10:14 am

Non che faccia differenza o che sia una questione di rilievo, ma credo che quella sigla stampata sia frutto di situazionismo, non di esoterismo.

E che esporre in una croce la sigla di un transistor, componente simbolico dell'innovazione portata dal VCS3, fosse perfettamente in linea con lo spirito di quegli anni di Fetus/Pollution (che non era indirizzato dal solo Battiato) 

[...]

Da un certo punto di vista è la stessa idea di rompere le catene, ma non col peccato (nell'ottica di quegli anni sarebbe stata una cosa assolutamente insensata) ma con la "mistificazione" dello spettacolo che ha preso il posto della religione.

Ricorda però che la "mente" del Pollution Happening erano Sassi & Albergoni. Non sono esperto del loro pensiero, ma da quel che ho letto non mi sembra fossero interessati a fare un discorso di meta-spettacolo, ma che ci credessero veramente in tutto quello che facevano fare a Battiato. E soprattutto non penso si interessassero ai lati tecnici della musica di Battiato... e in realtà neanche lui, visto che non mi risultano altre situazioni in cui avrebbe fatto riferimenti tecnici così precisi.

Al contrario la rottura dei legami con il "perbenismo" cattolico, seppure non una cosa che associamo facilmente a Battiato, mi sembra un tipo di protesta piuttosto comune nei movimenti giovanili di fine anni '60 e degli anni '70 (ma anche qui non sono esperto). E questa lettura ce la racconta la viva voce di Battiato... non capisco cosa non ti convince. Pensi sia una sua rivalutazione a posteriori?

Certo, mi riferivo proprio a Sassi & Albergoni, ma c'era una divergenza di intenzioni, vedi l'esempio del divano Busnelli. Quello era situazionismo (unilaterale, subito da Battiato). Trovo plausibile che a Battiato gli abbiano proposto "che ne pensi di una croce sul pubblico?" e che ciascuno ci leggesse poi un significato ed una provocazione di natura diversa.

Non trovo motivi di perplessità sul fatto che quello sia il codice di transistor nel momento in cui lo riporta lo stesso Battiato (o così pare, ma per smentirlo bisogna avere almeno indizi che a mio parere non esistono) e considerando la presenza di testi risalenti a quel periodo sulla "portata di un condotto" ed equazioni trigonometriche ed onde sinusoidali, elementi che hanno un certo contenuto tecnico, se li prendi in modo letterale. Tra l'altro ci vedo un matrimonio perfetto tra Huxley ed il situazionismo, o meglio il situazionismo come spettacolarizzazione e crisi di quello che prospetta Huxley nel Mondo Nuovo. Il limone imbullonato, il feto nella carta, il transistor sulla croce... che differenza c'è?

Secondo me leggiamo le espressioni di quei tempi con gli occhiali (anzi il telescopio) dei nostri tempi inquadratissimi, in cui ha vinto effettivamente il Mondo Nuovo. Allora c'era una spinta ideologica che non era il semplice criticare la parrocchia o il perbenismo, era diciamo una forma di protesta più ampia in cui chi veniva dalla provincia leggeva istanze diverse dai "metropolitani" ed in cui l'ideologia aveva un peso ben maggiore dell'esoterismo. Battiato ne è sgusciato fuori, ma noi se vogliamo mettere in prospettiva quel periodo e quel contesto non possiamo leggerlo solo con i suoi occhi.

Comunque... dopo 50 anni siamo qui a parlarne, quindi l'idea di mettere quel codice sulla croce è stata vincente. 🙂

AbulQasim ha reagito a questo messaggio.
AbulQasim
Cita da Fagiolino su Novembre 14, 2023, 12:00 pm

Certo, mi riferivo proprio a Sassi & Albergoni, ma c'era una divergenza di intenzioni, vedi l'esempio del divano Busnelli. Quello era situazionismo (unilaterale, subito da Battiato).

Beh sì, quella era sicuramente una meta-pubblicità, ma non credo che in quel caso il loro obiettivo principale fosse far riflettere il pubblico sul mezzo, quanto semplicemente di scioccare con ironia (e quindi attirare l'attenzione e vendere più divani). Non ci vedo insomma nel lavoro fatto con Battiato questo tipo di riflessioni.

Cita da Fagiolino su Novembre 14, 2023, 12:00 pm

Non trovo motivi di perplessità sul fatto che quello sia il codice di transistor nel momento in cui lo riporta lo stesso Battiato (o così pare, ma per smentirlo bisogna avere almeno indizi che a mio parere non esistono)

L'indizio Vorhaus per me è un campanello d'allarme roboante come una campana. Credi veramente che tutte quelle "citazioni" siano da interviste che Enrico Impalà ha tenuto nel cassetto fino al 2022? Guarda caso ricche di informazioni molto precise e completamente inedite che coincidono perfettamente con molte risposte rintracciabili a portata di clic (vedi vecchio forum aprile 2019 molto prima dei libri di Zuffanti e Impalà; vedi ricerca veloce su Google). Anni fa avevo già provato a cercare il codice di quella croce su Google e mi erano usciti solo transistor, tanto per sottolineare come sia una conclusione a cui può arrivare chiunque con un accesso a internet.

A me sembra più verosimile che Impalà abbia raccolto le informazioni biografiche di suo interesse e poi per distinguersi dagli altri libri, abbia deciso di ritrascriverle come se fosse una autobiografia di Battiato. Scelta stilistica che ci può stare, ma basterebbe dichiararlo a inizio libro invece che rischiare questi fraintendimenti.

Cita da Fagiolino su Novembre 14, 2023, 12:00 pm

considerando la presenza di testi risalenti a quel periodo sulla "portata di un condotto" ed equazioni trigonometriche ed onde sinusoidali, elementi che hanno un certo contenuto tecnico, se li prendi in modo letterale

Si basano su conoscenze matematiche e fisiche liceali, mentre qui si parlerebbe di fare riferimento al codice di un transistor a caso. Non ce lo vedo Battiato, Sassi e compagnia citare qualcosa senza che fossero competenti della materia (in questo caso ingegneria elettronica). Per te hanno scoperchiato il VCS3 e hanno scelto un codice a caso di un transistor per rappresentarlo? Già se avessero scritto VCS3 sulla croce la maggior parte del pubblico non avrebbe colto, ma così il messaggio non sarebbe arrivato proprio a nessuno (non era possibile googlare quella sigla nel 1972).

Trovo invece più verosimile una qualche sigla "iniziatica" che è vero, anche quella non arrivava a molti (non staremmo qui a scervellarci), ma almeno era un tema a cui Battiato, Sassi & co. erano sicuramente più interessati rispetto che ai componenti elettronici. Albergoni infatti è stato quello che ha fatto conoscere a Battiato la mistica indiana.

Cita da Fagiolino su Novembre 14, 2023, 12:00 pm

Il limone imbullonato, il feto nella carta, il transistor sulla croce... che differenza c'è?

La tua chiave di lettura è coerente con tutto quanto, solo che il modo in cui ci si è arrivati mi sembra che non abbia basi abbastanza solide per essere sicuri che si volesse dire proprio questo. Converrai che limone imbullonato e feto su carta da macellaio sono immagini facilmente decodificabili, al contrario di codice di un transistor (e non un transistor in sé) su una croce.

Cita da Fagiolino su Novembre 14, 2023, 12:00 pm

Secondo me leggiamo le espressioni di quei tempi con gli occhiali (anzi il telescopio) dei nostri tempi inquadratissimi, in cui ha vinto effettivamente il Mondo Nuovo.

Secondo me infatti è arduo trovare oggi un'interpretazione convincente della cosa. Bisognerebbe essere nel giro dell'Al.Sa. dei primi anni '70. Non penso proprio che la soluzione ce la dia una ricerchina di 5 minuti su Google. Tu hai dato un senso molto coerente alla cosa, ma i presupposti per fare questo tipo di interpretazione non ce li vedo.

Fagiolino ha reagito a questo messaggio.
Fagiolino
Ed è in certi sguardi che si intravede l'infinito...
Cita da Kaiwanna su Novembre 14, 2023, 1:01 pm

Si basano su conoscenze matematiche e fisiche liceali, mentre qui si parlerebbe di fare riferimento al codice di un transistor a caso. Non ce lo vedo Battiato, Sassi e compagnia citare qualcosa senza che fossero competenti della materia (in questo caso ingegneria elettronica). Per te hanno scoperchiato il VCS3 e hanno scelto un codice a caso di un transistor per rappresentarlo? Già se avessero scritto VCS3 sulla croce la maggior parte del pubblico non avrebbe colto, ma così il messaggio non sarebbe arrivato proprio a nessuno (non era possibile googlare quella sigla nel 1972).Trovo invece più verosimile una qualche sigla "iniziatica" che è vero, anche quella non arrivava a molti (non staremmo qui a scervellarci), ma almeno era un tema a cui Battiato, Sassi & co. erano sicuramente più interessati rispetto che ai componenti elettronici. Albergoni infatti è stato quello che ha fatto conoscere a Battiato la mistica indiana.

Premetto che non sono parente di Impalà, e nemmeno ho acquistato il libro. Il brano in oggetto l'ho trovato su google books (questo spiega anche il motivo per cui, potendo vedere solo stralci, avevo attribuito il ricordo a D'Adda e non a Battiato).

Stai dicendo che tutto ciò che ha scritto che non è già noto è da prendere con le pinze. Ti seguo: ha visto la foto, ha letto il codice, ha googlato. Ha trovato il transistor, ha messo in bocca a Battiato la storia del transistor sulla croce. Concordo che è difficile immaginare Battiato che tira fuori il codice CB546B in una intervista.

Ma comunque secondo me... ci ha preso.

Un argomento di confutazione valido sarebbe: nel 1973 quel transistor non era ancora prodotto. L'argomento che non mi convince per niente è che la maggior parte del pubblico non avrebbe colto (ma avrebbe chiesto poi, con curiosità) e che è più probabile che sia una sigla iniziatica (quella chi l'avrebbe colta? E non ne ha l'aspetto, sembra più un esadecimale per un colore, tipo #CB546B ) e poi, ripeto, stavano usando forme di amplificazione innovative in cui i transistor sostituivano le valvole.

Kaiwanna ha reagito a questo messaggio.
Kaiwanna

serve un esperto di transistor !

(in ogni caso credo che Sassi e soci fossero vicini al situazionismo e a Debord, anche se non ho elementi per corroborare questa tesi)

"Distruggerò la sapienza dei sapienti e annullerò l'intelligenza degli intelligenti."
Cita da Fagiolino su Novembre 14, 2023, 1:56 pm

Premetto che non sono parente di Impalà, e nemmeno ho acquistato il libro. Il brano in oggetto l'ho trovato su google books (questo spiega anche il motivo per cui, potendo vedere solo stralci, avevo attribuito il ricordo a D'Adda e non a Battiato).

Anch'io ho letto solo quegli stralci nell'anteprima... Penso che me lo procurerò così da giudicarlo meglio.

Cita da Fagiolino su Novembre 14, 2023, 1:56 pm

e che è più probabile che sia una sigla iniziatica (quella chi l'avrebbe colta?

Diciamo che è un'idea che mi è passata per la testa viste le frequentazioni "alternative" di quel gruppo di lavoro. Ad esempio in una testimonianza sul Battiato Alieno si racconta di una seduta spiritica organizzata a casa di Gianni Sassi. Sicuramente parte del pubblico che li seguiva viveva anche questi "dopo-concerti".

Ma comunque è una cosa tirata a caso, non mi sognerei mai di scriverla in un libro. Anche le tue interpretazioni le trovo interessanti e adatte a essere condivise su un forum, ma non penso abbiano abbastanza fondamento da essere riportate come fatti certi in un libro.

Ed è in certi sguardi che si intravede l'infinito...
Cita da AbulQasim su Novembre 14, 2023, 2:39 pm

serve un esperto di transistor !

Forse si fa prima a trovare uno che ha un VCS3 e a scoperchiarlo per vedere se dentro c'è anche questo transistor, visto che tutto il ragionamento di Fagiolino si regge sul filo logico: un transistor dentro il VCS3 rappresenta tutto lo strumento che a sua volta rappresenta le innovazioni tecnologiche e musicali che stiamo mettendo in scena.

Ed è in certi sguardi che si intravede l'infinito...