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"Battiato. Incontri" di Giordano Casiraghi

dalle molte pagine dedicate a "Baby sitter" appare come questa esperienza sia stata una sorta di incubatrice dove sviluppare materiali che poi Battiato ha ripreso e utilizzato negli anni seguenti
si va da testi (lo slogan Up patriots to arms, i recitati in francese poi utilizzati in Passaggi a livello), a musiche (l'ouverture del Tannhäuser), a varie forme di "stare in scena" che poi torneranno nei video o nelle performance televisive
una sorta di grande apprendistato a 360 gradi con scarso successo di pubblico
ma importantissimo per sviluppare idee e "formare" il futuro Battiato (anche quello pop)

forse il capitolettino più interessante del libro 

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Kaiwanna
"Distruggerò la sapienza dei sapienti e annullerò l'intelligenza degli intelligenti."

Inoltre traspare che Casiraghi ha le registrazioni di Baby Sitter, Cinema Astra e del primo abbozzo di Genesi a Venezia nel 1984..

Ed è in certi sguardi che si intravede l'infinito...

Casiraghi ha un sacco di materiale, ma proprio tanto...

"Distruggerò la sapienza dei sapienti e annullerò l'intelligenza degli intelligenti."

capitoletto intitolato "I discografici":
quello che si vanta di aver scartato la prima versione del Cinghiale perché c'erano troppi bassi e mancava la batteria,
quello (che poi è lo stesso di prima) che trovò Per Elisa troppo lunga per Sanremo e (di iniziativa !) la tagliuzza a suo piacimento (poi Battiato approva, e che poteva fare, ma la questione resta)
quello (è sempre lui) che non voleva la pausa della ritmica nel ritornello de Il vento caldo dell'estate (e qui Battiato si impunta, per fortuna)
quello che, riguardo l'Ombrello dice "anche dal punto di vista della musica non c'era il miglior Battiato"
quello che "sono stato io a convincerlo a usare il brano Tibet come versione speciale per iTunes lasciandolo fuori dalla scaletta di Fleurs 2" (grazie tanto ! ora so con chi prendermela)

quello che mi innervosisce è che questi signori, invece di ammettere che le loro scelte non riguardano l'aspetto artistico della musica, ma solo la loro, presunta, vendibilità, lasciano intendere di essere persone esperte di musica, persone che la sanno lunga

e invece si comportano ESATTAMENTE come quei pizzaioli italiani a Berlino che ridefiniscono il loro menù in funzione di coloro che dovranno consumare la loro pizza (i berlinesi), e quindi rincorrono le loro aspettative inventandosi, ad esempio, la pizza con il pollo

è tutto legittimo, ma come ci scandalizziamo, da italiani, quando vediamo orrori simili, questi signori dovrebbero avere il buon gusto di ammettere che, pur di vendere qualche copia in più, avrebbero volentieri trasformato Battiato nel Baglioni o nel Ramazzotti di turno
e non è un caso che, da un certo punto in poi, nessuno si è più permesso di modificare le scelte dell'artista (vedi la scaletta del Cammello, senza batteria, altro che Il vento caldo..., e con i lieder del secondo lato) 

l'arte, e la musica è arte, anche quella pop, è sempre troppo condizionata da questi signori

Fagiolino and Kaiwanna have reacted to this post.
FagiolinoKaiwanna
"Distruggerò la sapienza dei sapienti e annullerò l'intelligenza degli intelligenti."
Cita da AbulQasim su Giugno 14, 2023, 8:57 am

capitoletto intitolato "I discografici":
quello che si vanta di aver scartato la prima versione del Cinghiale perché c'erano troppi bassi e mancava la batteria,
quello (che poi è lo stesso di prima) che trovò Per Elisa troppo lunga per Sanremo e (di iniziativa !) la tagliuzza a suo piacimento (poi Battiato approva, e che poteva fare, ma la questione resta)
quello (è sempre lui) che non voleva la pausa della ritmica nel ritornello de Il vento caldo dell'estate (e qui Battiato si impunta, per fortuna)
quello che, riguardo l'Ombrello dice "anche dal punto di vista della musica non c'era il miglior Battiato"
quello che "sono stato io a convincerlo a usare il brano Tibet come versione speciale per iTunes lasciandolo fuori dalla scaletta di Fleurs 2" (grazie tanto ! ora so con chi prendermela)

quello che mi innervosisce è che questi signori, invece di ammettere che le loro scelte non riguardano l'aspetto artistico della musica, ma solo la loro, presunta, vendibilità, lasciano intendere di essere persone esperte di musica, persone che la sanno lunga

e invece si comportano ESATTAMENTE come quei pizzaioli italiani a Berlino che ridefiniscono il loro menù in funzione di coloro che dovranno consumare la loro pizza (i berlinesi), e quindi rincorrono le loro aspettative inventandosi, ad esempio, la pizza con il pollo

è tutto legittimo, ma come ci scandalizziamo, da italiani, quando vediamo orrori simili, questi signori dovrebbero avere il buon gusto di ammettere che, pur di vendere qualche copia in più, avrebbero volentieri trasformato Battiato nel Baglioni o nel Ramazzotti di turno
e non è un caso che, da un certo punto in poi, nessuno si è più permesso di modificare le scelte dell'artista (vedi la scaletta del Cammello, senza batteria, altro che Il vento caldo..., e con i lieder del secondo lato) 

l'arte, e la musica è arte, anche quella pop, è sempre troppo condizionata da questi signori

Forse è grazie anche a questi compromessi e accorgimenti discografici che nei primi '80 i ragazzini di provincia hanno conosciuto un artista sfaccettato come Battiato.

Il famoso aneddoto della frase al produttore: "sono qui per fare successo" implica una delega artistica all'industria. Quel "successo", una volta ottenuto,  ha permesso la realizzazione di capolavori successivi come il Cammello. 

Quindi condivido il discorso in generale (oggi più che mai) ma è possibile che sul Battiato che voleva "svoltare" queste influenze siano state  perlomeno utili, no?

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KaiwannaNigredo

I discografici sono la razza peggiore che ci sia, secondi solo ai giornalisti (e fatelo dire a me che sono stato l'uno e l'altro). Ma non hanno la missione di essere benefattori dell'arte, bensì quella di vendere i dischi. E finché ci riescono prendono uno stipendio, diversamente li cacciano. Non lavorano per i fan né per i collezionisti, ragionano con un criterio preminente: quello di smuovere una quantità di acquirenti (ieri) o di ascoltatori (oggi) maggiore possibile. Naturalmente a volte ci azzeccano, a volte sbagliano. Ma credetemi: non è che gli artisti siano migliori dei discografici, generalmente parlando. E anche agli artisti fa piacere guadagnare. Smettiamola col mito dell'artista puro e duro; non lo è stato nemmeno Battiato, perlomeno non finché se l'è potuto permettere. Scusate la franchezza. 

Franco Zanetti

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VirginiaNigredo
Cita da Franco Zanetti su Giugno 14, 2023, 7:57 pm

Smettiamola col mito dell'artista puro e duro; non lo è stato nemmeno Battiato, perlomeno non finché se l'è potuto permettere.

Io continuo a pensare che i discografici hanno tutto il diritto di decidere cosa produrre e cosa no. L'Era del cinghiale bianco non ti convince ? Benissimo, saluti a Battiato e amici come prima.
Quello che contesto è questa aura che traspare nelle interviste di Casiraghi, che lascia intendere che loro abbiano migliorato il prodotto. Io vorrei che avessero e mostrassero la consapevolezza di aver non migliorato la qualità di quelle canzoni, ma di averle rese più vendibili, che tradotto significa averle banalizzate e ridotte a una versione meno significativa dell'originale. A me non interessa l'artista "duro e puro", mi interessa che l'arte venga rispettata e non soggetta a manipolazioni da parte di terzi. E il caso de Il vento caldo dell'estate sta lì a dimostrarlo, anche senza gli interventi esterni il pezzo è andato bene.

A Fagiolino dico che la storia non la facciamo con i se e con i ma. E' andata così e noi abbiamo conosciuto Battiato grazie alla EMI che lo ha diffuso in maniera capillare. Ma non sappiamo cosa sarebbe successo se non avessero manipolato il Cinghiale. Magari sarebbe emerso lo stesso, magari prima, magari dopo, magari di meno o di più, magari ci avrebbe messo qualche anno in più regalandoci altri dischi, magari migliori, chi può  dirlo ?
Io non mi sento di ringraziare chi interviene sulle opere modificandole e banalizzandole, e vale anche per gli astrusi missaggi odierni, le ricopertinizzazioni (si dice così ?), le infinite antologie inutili ecc.
La musica merita maggiore rispetto anche da parte dell'industria discografica (che non so se esista ancora).

"Distruggerò la sapienza dei sapienti e annullerò l'intelligenza degli intelligenti."
Cita da AbulQasim su Giugno 15, 2023, 8:48 am

A Fagiolino dico che la storia non la facciamo con i se e con i ma. E' andata così e noi abbiamo conosciuto Battiato grazie alla EMI che lo ha diffuso in maniera capillare. Ma non sappiamo cosa sarebbe successo se non avessero manipolato il Cinghiale. Magari sarebbe emerso lo stesso, magari prima, magari dopo, magari di meno o di più, magari ci avrebbe messo qualche anno in più regalandoci altri dischi, magari migliori, chi può  dirlo ?
Io non mi sento di ringraziare chi interviene sulle opere modificandole e banalizzandole, e vale anche per gli astrusi missaggi odierni, le ricopertinizzazioni (si dice così ?), le infinite antologie inutili ecc.
La musica merita maggiore rispetto anche da parte dell'industria discografica (che non so se esista ancora).

Ho letto Casiraghi ma sono più fresco della lettura del libro di Stefano Pio, per questo mi sembra che tutti fossero d'accordo sulla mancanza di sprint della prima versione del Cinghiale. Pio racconta che ci rimuginarono durante le vacanze. Non furono manipolazioni ma interventi concordati. Nella prima incisione erano andati un po' al risparmio e furono chiamati fior di professionisti ad arricchire il prodotto. E comunque lungi da me arrischiare dei What If, dato che alle mie orecchie il cinghiale resta la produzione con il miglior suono da studio di tutta la discografia di Battiato e idem per la perfezione totale della Voce del Padrone, in cui non ravviso l'azione banalizzante di qualcuno. Tracciata questa differenza (focalizzata sui primi anni '80) sul resto sono perfettamente in sintonia. Ma come non notare, anche qui, una certa disattenzione degli artisti stessi.

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CarloNigredo

Il discorso sull'arte e il commercio è ampio e non è certo con un post che possiamo esaurirlo. Abul scrive

Quello che contesto è questa aura che traspare nelle interviste di Casiraghi, che lascia intendere che loro abbiano migliorato il prodotto

Ora, io c'ero, alla EMI, quando è uscito il Cinghiale, e ricordo perfettamente la prima volta che l'ho ascoltato, nel mio ufficio in Galleria del Corso. Non era diventato assolutamente un prodotto commerciale secondo i criteri dell'epoca: so solo io la fatica che mi è costata farlo ascoltare ai giornalisti dell'epoca, che salvo alcune eccezioni non ne furono per niente colpiti. Io rimasi folgorato dalle prime parole e da quell'intonazione, "Chiusi gli alberghi a Tunisi / per le vacanze estive" e dal sottinteso lievemente pedofilo di quell'uomo "di una certa età che offriva spesso sigarette turche", e mi feci apostolo di quel disco. Quasi in contrapposizione con la dirigenza della EMI, che non faceva grande affidamento sulle potenzialità commerciali di quel disco e che nemmeno sapeva chi fosse (già stato) Battiato (l'aneddoto l'ho raccontato qui, all'inizio: https://www.rockol.it/recensioni-musicali/album/5800/franco-battiato-joe-patti-s-experimental-group), dedicai molto tempo e molta energia alla promozione: ma né quel disco né "Patriots" diedero i risultati di vendita che avrebbero giustificato il costo del mio tempo e del mio impegno, pagati dalla EMI. Poi arrivò "La voce del Padrone", ma io già non lavoravo più in EMI.

A me pare solo ovvio che Bruno Tibaldi si prenda dei meriti, magari anche superiori al dovuto; sta di fatto che la prima versione del Cinghiale non aveva passato  il vaglio, e a Tibaldi va riconosciuto di averci voluto spendere dei soldi per renderlo più accettabile alle orecchie del pubblico. 

Come ho già scritto, discografici e giornalisti sono una brutta razza; ma noi dobbiamo essere grati non solo a Battiato, che ha accettato di rimettere le mani sulla prima versione del Cinghiale, ma anche a Tibaldi che ha insistito perché ce le rimettesse. Altrimenti forse non staremmo qui a scrivere su un forum dedicato a Battiato. 

Attura, Fagiolino and 4 other users have reacted to this post.
AtturaFagiolinoCarloShockInMyTownPrimoGNigredo
Cita da AbulQasim su Giugno 14, 2023, 8:57 am

capitoletto intitolato "I discografici":
quello che si vanta di aver scartato la prima versione del Cinghiale perché c'erano troppi bassi e mancava la batteria,
quello (che poi è lo stesso di prima) che trovò Per Elisa troppo lunga per Sanremo e (di iniziativa !) la tagliuzza a suo piacimento (poi Battiato approva, e che poteva fare, ma la questione resta)
quello (è sempre lui) che non voleva la pausa della ritmica nel ritornello de Il vento caldo dell'estate (e qui Battiato si impunta, per fortuna)

Cita da Fagiolino su Giugno 15, 2023, 11:02 am

E comunque lungi da me arrischiare dei What If, dato che alle mie orecchie il cinghiale resta la produzione con il miglior suono da studio di tutta la discografia di Battiato e idem per la perfezione totale della Voce del Padrone, in cui non ravviso l'azione banalizzante di qualcuno.

In realtà c'è almeno un quarto caso in cui Bruno Tibaldi ha espresso il suo veto, e riguarda proprio La voce del padrone! Come viene raccontato in diverse testimonianze fu realizzata una prima versione (meno commerciale?) dell'album dove la ritmica era affidata unicamente a una Roland TR-808, ma Tibaldi la respinse chiedendo di registrare una batteria più incisiva. Così venne chiamato a suonare Alfredo Golino che fino ad allora non aveva ancora collaborato con la ditta Radius.

Fagiolino ha reagito a questo messaggio.
Fagiolino
Ed è in certi sguardi che si intravede l'infinito...