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Motore Immobile - osservazioni di un profano curioso

Avviso doveroso: nessun ritrovamento/documento/testimonianza nuova rispetto a quelle già a disposizione di tutti. 

Forse il brano Motore Immobile (Pio/Battiato, lato A dell'LP Motore Immobile, Cramps, 1978) risulta tra i più difficili da assimilare rispetto ad altri di quella fase. O forse solo per me... per questo ho provato a guardarlo più da vicino... da profano curioso.

L'atmosfera sonora è quella dell'Egitto Prima delle Sabbie ma, rispetto a brani come Ananta, Za, I Prati Bagnati del Monte Analogo, non si limita a riproporre quelle suggestioni, arricchirle con strumentazione più estesa oppure trasportarle in mondi diversi, più "ambient". Sembra usarle come partenza per un'idea diversa, forse di natura  più "acustica" e di ricerca specifica.

La prima differenza che ho notato è la varietà armonica. Il pezzo inizia e si chiude con un vigoroso accordo di do maggiore ma al suo interno vengono tenuti accordi diversi, semplici triadi maggiori e minori, anche non appartenenti alla scala naturale di partenza (che sarebbe appunto del do maggiore). Questi accordi non vengono giustapposti in modo "scorrevole" come in un brano musicale, ma con l'intenzione di creare un "attrito" nel passaggio tra l'uno e l'altro. L'effetto sull'ascoltatore va oltre la percezione di dissonanza musicale e diventa dissonanza acustica vera e propria.

Accordi semplici che normalmente vengono giustapposti e risolti con piacevolezza qui vengono fatti scontrare grazie ad una tecnica che consiste nel creare un lasso temporale di sovrapposizione in cui l'accordo di partenza viene abbandonato in ritardo, nota dopo nota. O da un altro punto di vista, l'accordo di arrivo entra con anticipo e crea dissonanza con quello precedente.

Questa è la base su cui si appoggia tutta l'opera è eseguita da due organi elettrici che si alternano sovrapponendosi. Secondo le indicazioni di Pio il suono deve avere una dinamica ppp (piano pianissimo) e deve assomigliare ad una risonanza e in questo riconosciamo la vicinanza e coerenza con le opere sopra citate: ["il volume ppp dell'organo deve essere come quello che proviene dalle vibrazioni delle corde del pianoforte 4 o 5 secondi dopo la produzione del suono" cit: S.Pio, Uno Sguardo dal Ponte, pg.83]

Forse si cerca proprio di ricreare con strumenti artificiali l'effetto che si crea sulle corde del pianoforte quando si passa da un accordo all'altro. Una specie di osservazione al microscopio in cui si cerca di mettere in evidenza la "crisi". Mondi sonori che emergono anche negli altri brani ma confinati nell'ambito di un'armonia densa ma non drammatica.

Su questo sfondo entrano due attori: la voce il violino che si alternano con ruoli diversi.

La voce fa una specie di ricerca nel momento di massimo rilassamento in cui la triade è stata definita e purificata dalle scorie precedenti; si appoggia completamente sull'armonia e ne ripete le note alternando, in ordine diverso, fondamentale terza e quinta (ad esempio do/sol/mi su accordo di do maggiore e si/mi/sol su accordo di mi minore). Non più di tre note che producono una sensazione di approfondimento e coscienza. Inoltre il cantante cerca di creare delle risonanze interne alla voce stessa. Da un certo punto di vista la varietà di accordi che si svolgono durante il pezzo diventa un'opportunità per la voce di sondare praticamente tutte le note della scala cromatica in una estensione di un'ottava abbondante che va da si a do# senza infrangere il patto con l'accordo che soggiace.

Dopo questa la fase vocale viene eseguita la parte di violino che ha il compito di introdurre la transizione. Lo fa tramite una brevissima melodia più "cantabile" rispetto allo schematismo della parte vocale voce. Questa parte inizia appoggiando le note sull'accordo con intervalli armonici e termina con un'ultima nota che preannuncia in modo più o meno dissonante il cambiamento successivo di accordo. Il violino "sa" esattamente quello che sta per succedere, in quale nuovo accordo si andrà a parare.

Tuttavia per noi ascoltatori inizia un momento di disorientamento in cui il secondo organo elettrico si manifesta per sostituire il primo. Pio parla di un motore in cui si succedono momenti di distanza dal centro (velocità alta) e momenti di vicinanza al centro (velocità tendente zero). L'impressione è che le transizioni siano i momenti a velocità alta, l'approfondimento vocale quelle a velocità bassa: ["si può immaginare una grande ruota che gira, al centro di questa ruota c'è un punto al centro, il punto non ha dimensioni e pertanto tutto gira, ma esso rimane immobile.(...) immagino meccanismi rotanti di un qualsiasi motore: man mano che ci si sposta dalla periferia al centro, verso il perno della ruota, diminuisce il movimento (...) così spostandoci verso il centro di un suono diminuisce la sensazione dinamica, finché da un massimo di staticità si sprigiona un massimo di energia"cit: S.Pio, Uno Sguardo dal Ponte, pg.82]

Questa struttura alternata si ripete in modo regolare dall'inizio alla fine; due imperiosi accordi di do fanno da parentesi aperta e parentesi chiusa. Gli autori gli danno un senso quasi segnaletico; questo sospetto viene osservando come si chiude il pezzo: terminato l'accordo di do ci si accorge che è rimasto "acceso" il mi minore dell'organo elettrico precedente. Come a dire, ricordati che non è un pezzo di musica... è un pezzo in cui strumenti e suoni "fanno cose" e sperimentano. O almeno io l'ho interpretato così.

Questa impostazione del pezzo rende lo rende molto semplice da schematizzare. Propongo uno schema grafico abbastanza intuitivo che non entra nei dettagli ma elenca il sovrapporsi degli accordi (intestazione colonne) mettendo in evidenza le dissonanze nei giunti di transizione (colonne in grigio). Sotto le note degli accordi, blu e verde per gli organi elettrici e rosso per l'accordo di do con il timbro più potente.

 

Motore immobile fix
Notare che questo schema permette di esplorare tutte le 12 note della scala cromatica. 
Sempre questo schema rende evidente che per l'ascoltatore l'effetto è quello di una improvvisazione/ suoni a caso, mentre il disegno mostra l'esatto contrario, cioè... c'è del metodo.

Che effetto provoca questo pezzo su di voi, è collegato in qualche modo a quanto ho scritto?

Ciao 

Multivac and Kaiwanna have reacted to this post.
MultivacKaiwanna

Molto interessante grazie. Anche se ci sono continue dissonanze, l'ho sempre trovato più "facile" di Zâ, L'Egitto prima delle sabbie e Sud Afternoon. Il suono dell'organo e la voce di Battiato infondono un senso di calma cullante, a differenza delle note battute al pianoforte degli altri pezzi.

Fagiolino ha reagito a questo messaggio.
Fagiolino
Ed è in certi sguardi che si intravede l'infinito...
Cita da Kaiwanna su Novembre 6, 2023, 1:24 pm

Molto interessante grazie. Anche se ci sono continue dissonanze, l'ho sempre trovato più "facile" di Zâ, L'Egitto prima delle sabbie e Sud Afternoon. Il suono dell'organo e la voce di Battiato infondono un senso di calma cullante, a differenza delle note battute al pianoforte degli altri pezzi.

Ci sta. La stranezza è più concettuale; in pratica è una specie di dodecafonia (confinata in pochissimi secondi) che rende più dolce soffermarsi nei successivi tempi più lunghi della voce che arpeggia su accordi semplici e chiari, quasi pop ma congelati.

Chiarezza che invece nei pezzi che hai citato manca perché lì c'è una tonica fissa (mi pare) ma poi entrano in gioco tutte le sette note della scala armonica in modo percussivo.

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Kaiwanna
Cita da Fagiolino su Novembre 6, 2023, 12:05 pm

Notare che questo schema permette di esplorare tutte le 12 note della scala cromatica. 
Sempre questo schema rende evidente che per l'ascoltatore l'effetto è quello di una improvvisazione/ suoni a caso, mentre il disegno mostra l'esatto contrario, cioè... c'è del metodo.

mi hai fatto venire voglia di risentirlo...

ma quindi, a dispetto dei tanti strali di Stefano Pio, nel suo libro, contro Schönberg e soci
questo pezzo mostra che il padre realizzò una sorta di "dodecafonia dal volto umano" ?

Fagiolino and Kaiwanna have reacted to this post.
FagiolinoKaiwanna
"Distruggerò la sapienza dei sapienti e annullerò l'intelligenza degli intelligenti."
Cita da AbulQasim su Novembre 8, 2023, 12:29 pm
Cita da Fagiolino su Novembre 6, 2023, 12:05 pm

Notare che questo schema permette di esplorare tutte le 12 note della scala cromatica. 
Sempre questo schema rende evidente che per l'ascoltatore l'effetto è quello di una improvvisazione/ suoni a caso, mentre il disegno mostra l'esatto contrario, cioè... c'è del metodo.

mi hai fatto venire voglia di risentirlo...

ma quindi, a dispetto dei tanti strali di Stefano Pio, nel suo libro, contro Schönberg e soci
questo pezzo mostra che il padre realizzò una sorta di "dodecafonia dal volto umano" ?

Sì hai ragione, è possibile... ma senza ideologia, una specie di scappatella una-tantum, ma fatta con tanta discrezione al riparo di altre cose più evidenti e condivise con altri lavori dello spesso periodo.

(ho corretto un errorino nell'immagine, c'era una riga per il "SOL" vuota in più)

Kaiwanna ha reagito a questo messaggio.
Kaiwanna