I Dissidenten sono un gruppo (fondamentalmente un trio) tedesco che, negli anni '80, realizzò una serie di dischi molto particolari nei quali univa strumentazione e approccio pop occidentale con musica e musicisti nord-africani (credo principalmente marocchini) vivendo all'estero e condividendo con questi musicisti la loro vita. Il risultato, molto originale per l'epoca, era una musica dall'andamento funky e rock, con batteria, chitarra e tastiere in bella vista, ma contaminatissima dalla presenza di strumenti extra-europei e vocalist che cantavano in idioma, e stile, del tutto inaspettato (loro la definivano ethno-beat). Spicca pure un disco realizzato insieme a musicisti dell'India intitolato "The jungle book" che ho trovato, seppur anomalo, tra i loro più riusciti.
Non hanno mai realmente collaborato con Battiato, ma girano in rete alcune foto che li ritraggono assieme alla metà degli anni '80 (tipo questa) e, soprattutto, nell'edizione italiana del loro "Life at the Pyramids" (1986) spicca il nome di Battiato tra le persone ringraziate (forse fece da tramite tra il gruppo e la Materiali Sonori che pubblicò il disco, potete verificare la cosa qua).
Mi sono tornati in mente perché, negli ultimi mesi, stanno pubblicando, solo in formato digitale, tutta una serie di concerti dal vivo risalenti all'epoca (come questo), dalla qualità audio altalenante e mai straordinaria. Persino loro, che sanno benissimo non arriveranno da questa iniziativa chissà quali introiti, cercano di cogliere l'attimo e sfruttare le potenzialità del mercato attuale della discografia. Gli eredi Battiato invece sembrano piuttosto immobili, e anche l'idea di pubblicare qualche live recuperato tra le tante registrazioni fatte negli ultimi 20 anni di carriera del nostro, non sembra interessarli più di tanto.
Questo è uno dei loro classici, proprio dal disco in cui ringraziano Battiato.
https://youtu.be/fhOLQr2GVcY?si=q-oCLtOv0DbFTXpE
I Dissidenten sono un gruppo (fondamentalmente un trio) tedesco che, negli anni '80, realizzò una serie di dischi molto particolari nei quali univa strumentazione e approccio pop occidentale con musica e musicisti nord-africani (credo principalmente marocchini) vivendo all'estero e condividendo con questi musicisti la loro vita. Il risultato, molto originale per l'epoca, era una musica dall'andamento funky e rock, con batteria, chitarra e tastiere in bella vista, ma contaminatissima dalla presenza di strumenti extra-europei e vocalist che cantavano in idioma, e stile, del tutto inaspettato (loro la definivano ethno-beat). Spicca pure un disco realizzato insieme a musicisti dell'India intitolato "The jungle book" che ho trovato, seppur anomalo, tra i loro più riusciti.
Non hanno mai realmente collaborato con Battiato, ma girano in rete alcune foto che li ritraggono assieme alla metà degli anni '80 (tipo questa) e, soprattutto, nell'edizione italiana del loro "Life at the Pyramids" (1986) spicca il nome di Battiato tra le persone ringraziate (forse fece da tramite tra il gruppo e la Materiali Sonori che pubblicò il disco, potete verificare la cosa qua).
Mi sono tornati in mente perché, negli ultimi mesi, stanno pubblicando, solo in formato digitale, tutta una serie di concerti dal vivo risalenti all'epoca (come questo), dalla qualità audio altalenante e mai straordinaria. Persino loro, che sanno benissimo non arriveranno da questa iniziativa chissà quali introiti, cercano di cogliere l'attimo e sfruttare le potenzialità del mercato attuale della discografia. Gli eredi Battiato invece sembrano piuttosto immobili, e anche l'idea di pubblicare qualche live recuperato tra le tante registrazioni fatte negli ultimi 20 anni di carriera del nostro, non sembra interessarli più di tanto.
Questo è uno dei loro classici, proprio dal disco in cui ringraziano Battiato.
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"Distruggerò la sapienza dei sapienti e annullerò l'intelligenza degli intelligenti."
